Dopo l’attentato alle torri gemelle dell’11 Settembre del 2001 nel sito del World Trade Center di New York, noto come “Ground Zero”, è nato il National September 11 Museum. Una delle pareti del museo è costituita dal “The Bathtub”, ovvero il muro di contenimento che trattiene il fiume Hudson e che è rimasto indenne durante e dopo l’11 settembre.
Parliamo di un muro di oltre 70 metri costruito negli anni ’60. Quel muro, durante l’attentato del 2001, si è sottoposto ad un’enorme pressione dovuta al crollo delle mastodontiche torri e all’acqua che circonda Manhattan. Il muro ha miracolosamente retto evitando che l’acqua del fiume entrasse nella metropolitana di New York, salvando migliaia di vite umane ed evitando un ulteriore disastro.
Alla guida dei lavori del muro c’è stato un italiano, Arturo Lamberto Ressi di Cervia, morto nel 2013 all’età di 72 anni. Era arrivato in America a 27 anni, dopo un dottorato in Ingegneria ottenuta all’Università di Bologna e ha iniziato a lavorare al muro “The Bathtub” come supervisore nel 1967.
In occasione della sua morte, il New York Times gli dedicò tre pagine (https://www.nytimes.com/2013/09/12/nyregion/looking-to-a-wall-that-limited-the-world-trade-centers-devastation.html?smid=tw-share&_r=1&).
Il muro “The Bathtub” è diventato un simbolo di resilienza dopo il 2001.
Questa storia mi ha fatto riflettere sull’importanza che ha fare bene il proprio lavoro e di quanto gli italiani siano in grado di fare la differenza.
Concludo questo articolo con alcune parole del New York Times:
Alcuni degli eroi dell’11 settembre 2001 hanno svolto il loro lavoro di salvataggio al World Trade Center molti anni prima dell’attacco.
Arturo Lamberto Ressi di Cervia, deceduto a 72 anni, supervisionò la costruzione del muro intorno alle fondamenta del World Trade Center negli anni ’60. Quando le torri crollarono nel 2001, questo iniziò a sforzarsi sotto le pressioni quasi impensabili della falda acquifera circostante, ma il suo ottimo lavoro pagò.
Il muro ha retto.
Questo si sosteneva perché le fondamenta erano profonde 60 metri e non si sono riempite delle acque sotterranee. Per questo motivo, i tubi non sono stati immersi d’acqua e i tunnel della metropolitana non sono stati inondati.
Quanto peggiore sarebbe potuto essere l’11 settembre altrimenti? Immaginate se l’uragano Sandy avesse seguito l’attacco terroristico per alcune ore.